Lo storico marchio giapponese 株式会社ニコン Kabushiki-gaisha Nikon ha proposto questa mirrorless, erede della D6, con prestazioni superiori alle ammiraglie reflex (anche della concorrenza) riproponendosi sul mercato come top leader del settore. Ha dimostrato definitivamente la sua maturità tecnologica che aveva perso inizialmente con l’avvento dei sensori digitali e poi ha iniziato a recuperare nuovamente fin dalla produzione della D3s. Erano molti anni che mancava sul mercato un prodotto con l’effetto WOW e l’arrivo della Z9 sembra il preludio di una nuova era. La nuova ammiraglia ha un corpo robusto e tropicalizzato, con una ergonomia eccellete e comandi finemente personalizzabili. Il sensore è un CMOS stacked da 45.7 megapixel montato su un supporto stabilizzato. Sembra sia di produzione Sony. Il processore Expeed 7 riesce a garantire raffiche fino a 20 fps in Raw e 120 scatti al secondo con risoluzioni inferiori, video 8K ed autofocus trakking 3D evoluto.
PRO
- Di notte i tasti sono facilmente identificabili grazie alla retroilluminazione e la modalità di visualizzazione per riprese in ambienti bui è eccellente. Entrambi le caratteristiche sono utili per l’astrofotografia (ma vedi i contro).
- La modalità Starlight (luce stellare) attiva anche l'autofocus ad altissima sensibilità, abilitando l'AF sulle stelle. È lento e funziona meglio sugli obiettivi con un'apertura massima più veloce di f/2.8 (e sembra con le ottiche Nikon Z native), ma funziona. Questa opzione è utile per inquadrare delle scene molto scure come ad esempio quelle della fotografia astronomica ambientata. Per inciso, uso frequentemente la modalità Starlight, anche con luce diurna, perché ha l'effetto di aumentare le ombre e i mezzitoni nell'immagine live view. Questa opzione aiuta molto quando si compongono immagini con forti contrasti. In effetti, utilizzo la modalità Starlight così frequentemente che l'ho assegnata al pulsante Fn2 sulla parte anteriore dello Z9. (Vedi i contro).
- L’opzione “Colori caldi display” (d11) rende l’LCD posteriore rosso come nei software astronomici; sono presenti due opzioni di utilizzo a scelta. Io preferisco il Modo 2 che richiamo velocemente al menu INFO.
- Il Mirino senza black out è personalizzabile e non fa rimpiangere il pentaprisma. La sua luminosità durante le riprese del cielo stellato è molto utile e permette di visualizzare con facilità le principali stelle di quasi tutte le costellazioni.
- Intervallometro interno è molto completo ed utile per eliminare lo scatto flessibile.
- Sensibilità dell’AF (-8.5) è impressionante e risulta particolarmente utile nei notturni ambientati.
- Ottima batteria: dopo 110 scatti da 60 secondi ciascuno, più 1h di uso intenso dei menù alla temperatura dell’aria di circa 25C la carica della batteria è scesa al 66%.
- Dissipatore di calore interno utile per i video e lunghe esposizioni.
- Costruzione tropicalizzata per uso intenso e professionale sotto ogni condizioni meteorologiche.
- Il tasto “play” ben lontano da quello “cancella”, nelle Eos 1 invece sono posti troppo vicino (ma vedi i contro).
- Il pulsate per la gestione dell’autofocus si trova in basso a sinistra, ovvero nella posizione ottimale.
- Sono molto utili i 4 menù di ripresa personalizzabili.
- Ergonomia e maneggevolezza da reflex premium. Feeling immediato anche da chi, come me, proviene da Canon. L’impugnatura è corposa e il suo grip è il migliore tra le ammiraglie dei vari brand. Bilanciamento dei pesi eccellente.
- Monitor orientabile che rimane in asse sia in modalità ritratto, sia in modalità paesaggio (ma vedi contro).
- Incredibile gamma di tempi utilizzabili senza l’intervallometro esterno: da 1/32.000 a 900 secondi, più posa B e T.
- Sensore stabilizzato da 45 megapixel da abbinare alla stabilizzazione VR.
- Otturatore elettronico, quindi non ci si deve preoccupare più dell’usura delle tendine e delle vibrazioni. Lo scatto è silenzioso oppure con suono digitale regolabile.
- Assenza dell’effetto “rolling shutter”.
- Grazie all’otturatore elettronico si aprono nuove possibilità creative con l’uso del flash. Non c’è più lo scatto sulla prima/ultima tendina.
- Buffer di memoria che permette di registrare fino a 1000 Raw consecutivi.
- Autofocus e reparto video con performance di riferimento. Non teme il confronto con le velocissime Eos.
- Compatibilità con ottiche F mantenendo l’autofocus senza rallentamenti.
- Gamma dinamica eccellente, anche se non la migliore in assoluto tra i sensori di pari taglio.
- Saracinesca personalizzabile davanti al sensore che lo protegge al cambio di ottica.
- Adattatore FTZ II ben funzionante.
- Personalizzazione di molti tasti. Sul posteriore ci sono ben 19 tasti.
- Software completo.
- Il selettore del “modo di messa a fuoco” è posizionato perfettamente sul corpo macchina e permette un controllo veloce, rapido ed intuitivo. Si deve fare attenzione se si compra la staffa ad L con attacco arca swiss perché alcune (ad esempio il primo modello della Kirk) coprono questo tasto.
- Assenza di banding: quando il tempo di scatto è più rapido della frequenza della luce fotografata (neon, lampadine che sono intermittenti) si registrano sul fotogramma delle bande scure. La Z9 non presenta questo difetto.
- Non si ha la perdita di qualità quando si scatta con la raffica: il file a scatto singolo è identico a quelli scattati a 20fps. Scattando a 30fps si inizia vedere perdita di qualità perchè si scatta solo in .jpg; a 120fps la qualità scende ulteriormente perché vengono generati solo file da 11megapixel e quindi non a tutta risoluzione.
- Presenza di un cavo USB-C utile sia per la ricarica, sia per il trasferimento dei file. Si può scattare anche con la mirrorless in carica.
- Presenza dello slot Kensington, tipico di alcuni notebook, utile come antifurto.
- Modalità timelapse in camera.
- GPS, GLONASS e QZSS integrati.
Tasti retroilluminati
CONTRO
- Pulsanti tutti troppo piccoli, in particolare “OK” con la sua ghiera.
- L’impostazione “riprese intervallate” è macchinosa e non intuitiva. Quando è attiva manca l’indicazione sul display superiore del conto alla rovescia dei tempi dei singoli scatti; è presente solo il conto alla rovescia del numero degli scatti.
- Il mirino ha sovrabbondanza di informazioni che distraggono, ma si ha la possibilità di poter selezionare solo alcune info desiderate.
- Trovo la torretta multifunzione scomoda e poco funzionale. Avrei preferito dei tasti distinti sulla calotta.
- Il tasto Play è messo in posizione scomoda, ma ho ovviato assegnando la sua funzione al tasto Fn4. (vedi i pro del tasto Play).
- L’opzione “Luce stellare” rende il monitor/LCD posteriore troppo luminoso (quasi accecante) quando si cerca di inquadrare il cielo per le riprese di tipo deepsky. Consiglio di utilizzare questa opzione con l’opzione “Colori caldi display” (d11)
- Perdita di qualità sopra i 12800Iso (gamma dinamica). La Canon R3 sembra avere più gamma dinamica, ma ha solo 24 megapixel (secondo alcuni test indipendenti).
- Il tasto di accensione ON/OFF è scomodo e può essere toccato accidentalmente quando si agisce sulla rotella anteriore. Provenendo dal sistema Canon ho spento accidentalmente la camera mentre passavo col dito dal pulsante di scatto alla rotella.
- L’utile tasto ISO purtroppo non è retroilluminato. Spesso la notte viene usato per modificare la scena e quindi deve essere facilmente individuabile.
- Peso e volumi elevati, quasi da ammiraglia reflex; è quadrata 149mmx149,5mmx90mm e pesa 1340gr., La D6 pesa 1440 gr. Un peso del genere più danneggiare i focheggiatori dei telescopi.
- Monitor non del tutto orientabile come nella Canon R3, quindi non può essere ribaltato per proteggere lo schermo o girato in avanti (ma vedi i pro).
- Schede di memoria costose, ma necessarie per gestire la velocità incredibile della raffica.
- Design sottotono, mi sarei aspettato un prodotto più innovativo nel design come fecero con i corpi disegnati da Giugiaro (dalla F3 alla D4 e D800). Per rompere il mercato seriamente avrebbero potuto affidarsi nuovamente ad un design di punta. Personalmente non mi piacciono gli spigoli, il baffetto rosso ed il mirino troppo squadrato. Ad esempio avrebbero potuto mettere una piccola Z (rossa) sul mirino per omaggiare la F della Nikon Photomic FTN. Il design sobrio e spartano mi ricorda le automobili Audi anni ’70 e io personalmente avrei preferito il profilo più sinuoso di una Spider Alfa Romeo.
- LCD superiore piccolo. Non è possibile controllarne la luminosità. Stessa cosa per la retroilluminazione.
- Visto il prezzo avrei gradito l’adattatore FTZ II compreso.
- FTZ II senza slitta porta filtro interno.
- Mancanza di opzione analoga a quella “6Iso” delle mirrorless Sigma
- Sarebbe stata gradita la funzione Astrotracer che hanno alcune Pentax (con l’accessorio O-GPS1, possono effettuare lunghe pose del cielo compensando la rotazione terrestre con un movimento in fase su tre assi del sensore).
- Meccanismo di apertura del vano per le schede di memoria mi sembra poco robusto e lento. Avrei preferito una chiavetta simile a quella della Canon 1DXMK2.
- Manca indicatore diffrazione ottica che sarebbe utile nel processo di massimizzazione della qualità finale del file anche se è presente l’opzione:”difraction compensation”.
Il Manuale è disponibile solo in lingua inglese e non sempre è chiaro: ad esempio per capire come funzione “interval time setting” (pag. 547) ho dovuto fare alcune prove.
Nuova è quasi introvabile ed i tempi di attesa per i non professionisti possono superare i sei mesi.
Manca l'indicazione live della sovraesposizione delle zone bianche della foto nel mirino (zebratura), al momento è disponibile solo dopo aver scattato la foto.
Manca il controllo dell'AF con gli occhi (la Canon R3 lo ha), potrebbe sembrare una cosa da poco, ma quando scattavo con la Canon analogica lo trovavo comodo.
Manca il Tempo di esposizione da 1/64.000. Potrebbe sembrare inutile, ma quando fotografo il disco solare mi potrebbe tornare comodo (la Canon R3 lo ha).
Sarebbe comodo se nel mirino, o sull'LCD, si potesse visualizzare la carica della batteria con un valore numerico in percentuale.
Menù della fotocamera così come viene visualizzato dentro il mirino EVF.
E' stato ripreso con un iPhone appoggiato sull'oculare.
Meccanismo scomodo di apertura del comparto delle schede di memoria.
Test su rumore termico del sensore
Screenshot di un RAW della ripresa della Via Lattea su astroinseguitore Minitrack LX3.
Dati di ripresa: Nikon Z9+ NikonZ 24-70/2.8 @/3.2, 48mm. Metadati nella foto.
Elaborazione con Pixinsight di 9 file (come il RAW sopra), 9 Bias e 9 Dark
Il cielo di San Gimignano: Startrail di 1h con scatti da 20” secondi ciascuno a 160Iso, fisheye Nikon 8-15/4 chiuso ad f/5.6.. Elaborazione con AstroPanel e Ps.
Tramonto ripreso con Nikon AF-S 300mm f/2.8 G VR
CONCLUSIONE
In conclusione, questa Nikon è una vera pietra miliare per la casa giapponese e terrà il valore sul mercato dell’usato per molto tempo. E’ indubbiamente la “fotocamera che mancava”. E’ uno strumento tutto fare studiato per i professionisti più pignoli, ma che sicuramente soddisfa le esigenze in ogni singolo campo fotografico. Per sfruttarla al massimo consiglio le schede di memoria più performanti e le ottiche che non presentino problemi di diffrazione con il sensore da 45mpx: ovvero la nuova serie Nikon S (non tutti perché ad esempio i fissi f/1.8 soffrono di coma), alcuni Sigma Art, i Voigtlander Apo-Lanthar e gli Zeiss Otus. Attualmente (metà 2022) sul mercato non ha rivali, in quanto è una macchina adatta a tutto: la Canon R3 presenta meno funzionalità ed ha quasi metà risoluzione. Come funzionalità è leader, invece come qualità finale del file è dietro alle medioformato Fuji e pari ai sensori top di gamma Sony. Tra le reflex, la EOS1DXMK3 e le D6/D5 sono meno portate al landscape ed alle foto in studio. Ha segnato la fine delle reflex professionali, quelle amatoriali erano già finite (18 Agosto 2022).
La Nikon Z9 è EISA Award 2022-2023 come "Camera Of The Year".
PS. Non ho valutato le funzionalità video e l'autofocus perchè non faccio video e non riprendo eventi sportivi o avifauna.
Circa la massa a fuoco posso solo dire che durante un mese di prove ha sbagliato due agganci di soggetti lenti posti all'infinito fermando il fuoco di poco intrafocale (con Nikon 300 AF-S f/2.8G VR e messa a fuoco AF-S sul punto centrale); il soggetto era controluce e molto poco contrastato.